Dal Libro _ El Minuto
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di Pino Narducci
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“….Da quarant’anni, Laura Noemì Creatore, Maria Rosaria Grillo, Venancio Domingo Basanta, Ruben Osvaldo Morresi, Norberto Daniel Sant’Angelo, María Eugenia López Calvo, Susana Beatriz Porta e Silvia Mabel Zugazti sono desaparecidos.
Nessun repressore o suo complice è stato, sino ad oggi, condannato per fatti che, secondo le convenzioni internazionali e i giudici argentini, devono essere qualificati crimini di lesa umanità.
Questi crimini sono il sequestro, la tortura e la desaparición temporanea di Patricia Erb e il sequestro, la tortura, la desaparición e l’uccisione degli altri giovani guevaristi.
Jorge Rafael Videla è morto prima che giungesse a conclusione il processo in cui era imputato per la desaparición di Ruben Morresi.
Solo nel caso di Laura Creatore, i giudici argentini hanno pronunziato, nel 2009, una sentenza di condanna all’ergastolo a carico di Jorge Olivera Ròvere, generale di alto rango del I Corpo dell’esercito.
Tuttavia, sono ancora impuniti i moltissimi altri responsabili della sua detenzione e uccisione. Secondo informazioni raccolte dal Prt-Erp e divulgate da Norberto Sant’Angelo, Laura Creatore era stata uccisa nel massacro di Fatima avvenuto il 20 agosto 1976.
Questa notizia, moltissimi anni dopo, è stata confermata da un ex appartente ai Servizi di Inteligencia dell’Esercito, Juan Carlos Ambas, che ha dichiarato che Laura Creatore e Carlos Capitman erano stati uccisi in quel luogo.
Sono stati identificati solo 20 dei 30 corpi rinvenuti a Fatima(in particolare gli antropologi devono attribuire ancora una identità certa a due donne) e vale la pena, dunque, continuare a investigare su questo eccidio così come sulla Comisarìa de Haedo, ultimo luogo in cui Laura Creatore fu vista in vita.
Secondo la ricostruzione contenuta nella pagine di questo libro, probabilmente, Rosaria, Venancio, Norberto e Marìa Eugenia, prigionieri a Campo de Mayo, dopo essere stati lungamente torturati e sottoposti a immani sofferenze, nell’ottobre 1976 furono caricati su un aereo e, ancora in vita, buttati nel Río de la Plata o nell’Atlantico.
Dei quattro, solo Rosaria potrebbe essere rimasta in vita ancora per qualche mese. Se non fu uccisa insieme ai suoi compagni perché incinta, partorì all’incirca nell’aprile 1977, nell’Hospital Militar di Campo de Mayo o in altro centro clandestino di detenzione e, subito dopo, i militari l’ammazzarono.
Il figlio di Rosaria e Venancio avrebbe oggi circa quarant’anni, la stessa età del figlio di Domenico Menna e Ana María Lanzillotto, ma anche del figlio che, probabilmente, nacque dal ventre di Liliana Delfino durante la prigionia.
Silvia, quasi certamente, è rimasta in vita per un tempo maggiore, secondo la credibile testimonianza della vicina di casa Zugazti.Anche lei, tuttavia, prigioniera a Campo de Mayo o trasferita in altro centro di detenzione, è stata ammazzata.Non sappiamo nulla sulla sorte del bambino che, nell’agosto ’76, portava nella sua pancia.
Ruben Morresi e Susana Porta furonoammazzati dai terroristi di Stato che assaltarono l’abitazione di Avenida Segurola 3881.I loro corpi non sono mai stati restituiti alle famiglie.
Negli anni del terrorismo di Stato, i genocidi, quasi sempre, si liberavano dei corpi delle persone che avevano ammazzato nel corso di un’operazione seppellendoli in terreni liberi e senza alcuna indicazione, all’interno di aree militari o in cimiteri comuni nei quali la persona veniva segretamente sepolta inuna tomba anonima,una tomba NN.
I corpi di Ruben e Susana potrebbero essere stati sepolti nel cimitero San Martín di Villa Devoto, in Calle Coronel Mom, cioè in un luogo prossimo alla zona dell’uccisione.
Cimitero antichissimo, sorto nell’Ottocento, è il luogo nel quale sono stati sepolti anche i corpi di persone fucilate durante la Revolución Libertadora.
Esiste anche una traccia concreta che conduce al cimitero San Martín. Al termine della dittatura, il quotidiano La Razón del 30 dicembre 1983 scrisse che un senatore della provincia di Buenos Aires, Sirio Augusto Gómez, aveva denunciato che nel cimitero San Martín, nel mese di maggio 1976, erano stati sepolti, all’interno di fosse comuni, diversi cadaveri non identificati.
Alcuni impiegati del cimitero confermarono la versione sostenuta dal senatore.I certificati di morte di queste persone attestavano che le cause del decesso erano dovute a patologie cardiache ma, aprendo le casse, si scoprirono resti di giovani, donne in gravidanza e adolescenti che presentavano ferite di colpi di arma da fuoco.
I terroristi di Stato che fecero quelle sepolture nel maggio ’76, sicuramente continuarono a farlo anche nei mesi e negli anni successivi.
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